
Sfigato o impreparato? La vulnerabilità della tua impresa dipende solo da te
La vulnerabilità dell’impresa italiana agli eventi negativi imprevedibili è un serio problema.
Gli imprenditori che si rivolgono a me dopo un imprevisto che ha letteralmente messo in ginocchio la loro azienda, si sono sempre auto-definiti “sfortunati”. Anche se al momento non era il caso di infierire, però, ho sempre corretto mentalmente il termine in “impreparati”. È un po’ come ai tempi della scuola: se la prof decideva di interrogare proprio te, in una classe di 25 alunni, la consideravi “sfiga” solo se non avevi studiato.
La verità è che l’imprenditore, il manager, è più di tutti soggetto alla cosiddetta “corsa del topo”. Spesso è troppo operativo e poco stratega, non si preoccupa di stilare piani di emergenza per ogni ambito in cui potrebbero servire e basta un ritardo in un pagamento di un cliente o un guasto tecnico per innescare una pericolosa reazione a catena.
E tutto a causa di una cattiva gestione del tempo e di una tendenza tutta italiana (anzi, italiota) di considerare il risk management un’attività porta-sfiga.
Essere vittima della corsa del topo è, a mio avviso, il paradosso più rischioso per l’imprenditore che consuma quasi tutta la sua energia in attività sicuramente importanti ma che non contribuiscono a una crescita sicura e costante all’azienda.
Pochi, per esempio, gestiscono il rapporto con la banca in maniera strutturata e scientifica, e quasi nessuno prepara un book finanziario per ottenere condizioni più favorevoli. Pochissimi, poi, hanno pronti dei piani di emergenza sui fattori della produzione, e in caso di un’inaspettata mancanza temporanea di energia si crea il panico.
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Occorre quindi lavorare in modo da considerare i rischi parte integrante dei propri processi di business, arrivando a chiedersi quasi in automatico per ogni operazione che si vuol condurre “Cosa succederebbe se….?“.
La fortuna non esiste: è solo un incontro tra la preparazione e l'opportunità. Condividi il Tweet
Il mio consiglio per uscire dalla corsa del topo? Lavorare su un piano strategico triennale che preveda attenzione a tutti i fattori di produzione e che sia completato da una chiara e distribuita catena di comando. D’altra parte, come dice il mio amico Mirco Gasparotto….
L'imprenditore deve rendersi inutile per funzionare. Condividi il Tweet
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